venerdì 25 maggio 2012

Tecnologie e didattica delle lingue

Ho appena finito di leggere un buon libro, di cui ho dato conto in un post precedente. Il testo si intitola "Tecnologie e didattica delle lingue. Teorie, risorse, sperimentazioni", a cura di Fabio Caon e Graziano Serragiotto, Torino, UTET Università, 2012. Il volume, come si legge nella prefazione, ha un'appendice online, nelle sezioni "Itals" e "Ladils" del portale del "Centro di Didattica delle Lingue" dell'Università Ca' Foscari di Venezia, per aggiornamenti, esemplificazioni e materiali integrativi. Il saggio, sebbene abbia i connotati e i contenuti del classico lavoro di stampo accademico, è una buona guida, abbastanza completa sulla materia. Le sezioni sono tre: "Coordinate teoriche", con una serie di contributi sul rapporto tra glottodidattica e tecnologie, oltre ad analisi degli aspetti neuroscentifici e al ruolo dei docenti in questo contesto, sia come fruitori (formazione e aggiornamento professionale), sia come utilizzatori/facilitatori; "Risorse e strumenti", con una rassegna dei principali "nuovi attrezzi" a disposizione del docente di lingue, tra cui LIM, i tablet, il rapporto tra CLIL e YouTube, l'e-tandem come ambiente per la comunicazione in LS, materiali e applicativi web per la didattica; "Sperimentazioni", che contiene tre esempi di progetti ben articolati sul tema. E' una lettura molto interessante e la consiglio a chi ha voglia di approfondire il rapporto tra glottodidattica e tecnologie educative.

Riporto, poi, due iniziative: una dell'Ue per insegnare Internet ai bambini ed educarli a un uso consapevole della Rete  (speriamo che dalle belle parole si passi ai fatti, soprattutto nell'applicazione di questi princìpi negli Stati Membri e, nello specifico, in Italia); l'altra chiamata "BilFam. Let's become a bilingual family", sperimentazione curata dall'Università "La Sapienza" a cui partecipano 125 nuclei familiari, da 5 diversi paesi (qui il sito dedicato) che "utilizza un modello già sperimentato con successo in 120 scuole dell'infanzia e primarie, adattandolo al contesto familiare"; l'obiettivo è coinvolgendo le famiglie  per imparare almeno un'altra lingua oltre alla materna, fondando il processo di apprendimento sulla dimensione domestica e quotidiana.

E ora il consueto spazio delle segnalazioni riferite alle settimane successive l'ultimo post:

- il numero 78 (marzo/aprile) di Form@re che affronta un tema cruciale in fatto di tecnologie didattiche, in questo caso legato alle LIM, e cioè la questione della reale l'efficacia di tale strumento per migliorare la qualità dell'apprendimento e, collegato a questo, l'articolo del corriere su una ricerca condotta da GfK Eurisko per l’editore Pearson Italia sugli effetti positivi della LIM sull'apprendimento (indagine condotta su un campione di docenti intervistati);

- il canale YouTube, Shakespeare Animated, con 12 opere del drammaturgo inglese sotto forma di cartone animato e sottotitolate (da andare a sbirciare assolutamente, in basso embedo il primo dei tre video di "Macbeth", la mia preferita);

- il solito stimolante post di Gianni Marconato dal titolo "La grande sfida della didattica: motivare i ragazzi";

- il lavoro realizzato da parte del curatore dell'ottimo blog "Free technolgy for teachers", dal titolo "Google Drive and Documents for teachers", con una serie di interessanti spunti per le attività in classe;

- il resoconto di un esperimento realizzato a Pesaro presso la Scuola Materna “Missionarie Della Fanciulezza”, per l’utilizzo dell’iPad per insegnare l’inglese ai bambini dai 3 ai 6 anni;

- un post apparentemente provocatorio, ma molto ricco di sostanza di Mario Rotta, dal titolo "La nausea sociale", sui rischi legati a un overload, si potrebbe dire, di social media;

- tramite Webeconoscenza, l'illuminante, sintetico e very anglosaxon "Government Digital Service Design Principles", da parte del governo di Sua Maestà (UK), di cui riporto l'elenco tanto per avere un'idea di cosa si tratta: "Start with needs; Do less; Design with data; Do the hard work to make it simple; Iterate. Then iterate again; Build for inclusion; Understand context; Build digital services, not websites; Be consistent, not uniform; Make things open: it makes things better";

- gli atti dell'VIII Congresso SIEL (2011), dal titolo "Connessi! Scenari di innovazione nella fromazione e nella comunicazione".

2 commenti:

M. Antonella Perrotta ha detto...

Caro Marco, bentornato tra noi!
Come al solito i tuoi post sono di grande interesse per noi della Scuola che Funziona!

Se permetti vorrei dare loro un maggiore rilievo e inserirli anche in alcune discussioni dove sarebbero più facilmente individuabili e leggibili, generando forse anche commenti e interventi.
Vorrei ad esempio inserire la tua segnalazione di questo testo
"Tecnologia e didattica delle lingue" di Caon e Serragiotto
nel thread "Librarsi".
Gli autori li conosco entrambi: il primo virtualmente: è stato uno dei relatori, se non sbaglio, di un corso sulla didattica dell'Italiano L2, che ho seguito qualche anno fa,
elaborato e attivato da Ca' Foscari per il MIUR;
l'altro personalmente: è venuto più volte in Molise per un corso sulle CLIL.

Inoltre, sempre se sei d'accordo, vorrei inserire la tua segnalazione di "Shakespeare Animated"
nel thread "Teatrando".
E infine, vorrei, (ma quante cose vuole questa qua! ;),
che tu partecipassi da protagonista al nw la ScheF,
soprattutto per quanto riguarda la creazione di contenuti e
l'attivazione di nuove e interessanti discussioni!
Ciao!

Marco Albanese ha detto...

Ti rispondo anche da qui. Puoi fare quello che vuoi. Sono d'accordo su tutto.

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