mercoledì 11 gennaio 2012

Leggo, rileggo, posto, non posto

Buon proposito per il 2012 e per gli anni a venire (Maya e profezie varie permettendo). Raccolgo, sottolineo e sposo in pieno, dalla prima all'ultima lettera, quanto contenuto in un recente post di Caterina. Nonostante abbia scritto quasi niente nell'ultimo anno (basta vedere l'archivio), ho letto molto, moltissimo, soprattutto dai feed di "Google Reader", ma non solo. L'ho fatto per interesse, per lavoro, per piacere, per approfondimenti, poco per "ricerca", insomma per i motivi più disparati. L'ho fatto sempre, quasi quotidianamente, tra una cullata e un'altra, mentre la bambina dormiva, in tarda serata, nella tranquillità del silenzio pomeridiano, durante i giorni di festa. Ci tengo a affermarlo con forza (e aggiungo pure la doppia sottolineatura): i blog non possono e non devono morire. E' vero che i social godono di percentuali "bulgare" in termini di presenza e presenze, ma come dice Caterina, è dai blog che parte tutto. Post lunghi, corti, articolati, logorroici, pillole; nessuno potrà distogliermi dall'idea che i blog rimangano ancora lo strumento più efficace per affermare il democratico diritto di ogni singolo di poter esprimere, in modo compiuto s'intende, il proprio pensiero. Per questo, il mio buon proposito parte con questo post: riprendermi il mio blog, soprattutto per il piacere che mi dà di scrivere e poter dire (uso il temine "dire" non a caso) al mondo le mie sensazioni, i miei dubbi, i miei approfondimenti, le mie storie. Questo avviene dopo mesi di "rigetto" psico-fisico causato dalla genesi del blog stesso che vedeva la luce come spazio in cui annotavo, descrivevo, appuntavo, mano a mano che prendevo coscienza di una serie di fenomeni legati alla ricerca per il dottorato. Discussa la tesi, ho avuto quello che definisco "fisiologico rilascio delle membra" (e aggiungo di una parte dei neuroni). Dopo tre anni, decine e decine di libri e centinaia fra post e articoli letti, analisi statistiche di questionari, il mio cervello ha, consapevolmente, staccato la spina. Ogni volta che tentavo di entrare nell'area utenti per scrivere, tac scattava, parafrasando e amplificando Krashen, "il filtro affettivo". Me lo aspettavo. Mi succedeva a scuola (dopo una interrogazione ardua o un compito in classe sfibrante), all'università (dopo tutti gli esami), durante la pirotecnica ricerca di un posto di lavoro (dopo ognuno dei tanti concorsi a cui ho partecipato). Era inevitabile che accadesse anche per il PHD. In compenso, però, e in modo abbastanza prevedibile, aggiungo, sono stato molto attivo sul mio profilo "Feisbuc" (sempre da Caterina), con una concreta avversione per le note (tranne in alcuni casi molto particolari, come il battesimo di mia figlia). Ora, però, mi sono ricaricato, forse non del tutto, forse sono al 50/60 %, ma tanto basta per riprendere. Per questo, sto lavorando anche alla re-impostazione del blog che avrà una portata più ampia oltre ai temi di didattica, formazione e tecnologie. L'unico inghippo, per ora, è il titolo. Ci sto pensando, ma, ovviamente, qualunque suggerimento è ben accetto.

E ora i consueti appunti ("vizio" che non perderò):

- tramite Gianni Marconato, segnalo "Didasfera", (dalla homepage del sito) "ambiente di apprendimento, una biblioteca navigabile, una mappa semantica, un radar culturale (...), un’agenda ma pure un network, un diario di bordo, uno strumento di condivisione e altro ancora", e l'intervista ad Antonio Casilli su relazioni digitali, amici e nuovi legami Internet, condita con le annotazioni puntuali, sempre di Gianni Marconato;

- una serie di articoli su esperienze relative al progetto "Cl@ssi 2.0" contenuti nella rivista online "Bricks";

- il numero di aprile/maggio della rivista online Form@re interamente dedicato al microblogging e alle implicazioni nella didattica; così come un articolo del Corriere della Sera sull'utilizzo di Twitter nelle scuole francesi;

- il post di Richard Byrne su alcune attività che si possono realizzare con Edmodo, il sistema di microblogging appositamente programmato per insegnanti e studenti.