sabato 9 gennaio 2010

Potenza nella rete

Non c’è da preoccuparsi, non sono rimasto disorientato o tramortito dalle abbuffate natalizie. Il titolo di questo post ha due valenze. La prima si riferisce all’importanza che la città di Potenza o meglio che alcuni suoi abitanti hanno nella rete. Sì, proprio così. Mi riferisco a due personaggi che, per strade diverse, continuano a dare contributi alla rete e sulla rete. Si tratta di Giuseppe Granieri, potentino doc, di cui ho appena finito i libri (in rigoroso ordine di lettura da parte del sottoscritto: La società digitale, Blog generation e Umanità accresciuta), che con uno stile brillante e lineare ci aiuta a capire i mutamenti che le reti stanno apportando al nostro sistema sociale, economico e politico, con fondamentali risvolti su concetti quali la privacy, i diritti d’autore, la conoscenza, l’apprendimento, l’educazione e la democrazia. Lo troverete citato spesso in questo blog. L’altro personaggio, in realtà, non ha bisogno di grosse presentazioni, essendo lei una regina, pardon una Lady Oscar del web, e della cui amicizia mi fregio. Per quei pochi che ancora non la conoscono, sto parlando di Caterina Policaro, lei potentina d’adozione, ma calabrese di nascita. Si tratta di una delle cyberpersone più connesse e in connessione del XXI secolo, con occhi dappertutto e con una grande capacità di scovare e sintetizzare ciò che di più curioso e interessante produce il web. Non a caso numerosissime sono le sue apparizioni praticamente ovunque (“una, nessuna, centomila...” si legge sul suo blog), con puntatine anche nei canali informativi “tradizionali” (il “Corriere della Sera” e il “TG1” su tutti). L’altra valenza, invece, è più metaforica e prende le mosse da due ricerche, i cui risultati ho avuto modo di consultare recentemente, sulla “potenza” che è insita nella rete e nel continuo comporsi e ricomporsi dei rapporti sociali al suo interno. La prima, in ordine di consultazione, è quella condotta, su circa 3000 cittadini americani, dalla Pew Internet & American Life Project, una società no profit e apartitica che fornisce informazioni sulle attitudini e i trend negli Stati Uniti e nel resto del mondo, secondo cui chi frequenta social network, blog o usa il cellulare ha più opportunità di stringere relazioni, ampliare i propri orizzonti e abbattere barriere geografiche e razziali. Un altro dato interessante della ricerca è che chi si serve di Internet, lo fa indifferentemente sia per incoraggiare relazioni con persone che vivono a grande distanza che per mantenere i contatti locali (titolo della ricerca: “Social Isolation and New Technology”, novembre 2009). La seconda è stata condotta da alcuni ricercatori, per conto della società Swg, su un campione di oltre 1300 net surfers, da cui si evince che “molti italiani under 50 evadono l’isolamento storico prodotto dal lavoro contemporaneo e dalla televisione e passano ore della propria giornata in continua comunicazione digitale con i propri amici. Una parte considerevole di questa popolazione online sta inoltre sfruttando i social network per ripensare la propria posizione professionale nella propria città e nel resto d’Italia, dare slancio alla propria passione politica e, in altri casi, trovare nuovi amici e cose da fare nel luogo dove vivono”. Tra i dati interessanti emersi dalla ricerca, vi è sicuramente la reinterpretazione del concetto classico di sito web, poiché i social network sono ormai diventati delle daily application, presenti in modo costante nella vita quotidiana degli utenti (il 50% del campione intervistato ha, infatti, dichiarato di “essere connesso alla rete praticamente sempre o, meglio, appena possibile”). Tra i social network, Facebook non è considerato uno strumento volto soltanto ad allargare la cerchia di amicizie, ma anche a consolidare la sfera di conoscenze attuale e a recuperare “quei contatti persi o dimenticati nel percorso delle vite di ciascuno”. Questo dato fa emergere interessanti analogie con i risultati dell’indagine americana e che necessitano di essere approfondite. Infine, tre sono le parole chiave del nuovo sistema di interazioni sociali online e cioè: “aggiornamento”, “gestione” e “condivisione”, per quest’ultima risulta emblematico come l’85% degli intervistati (giovani in gran parte) abbia dichiarato che “l’uso di Facebook è volto soprattutto all’acquisizione e allo scambio di informazioni” (titolo della ricerca: “I cambiamenti promossi dai social network nelle città italiane”, ottobre 2009).

2 commenti:

catepol ha detto...

Ma grazie mille per questa sviolinata :-) (e per gli ottimi spunti del post, tolto me e Granieri :-) ) Ma sei sempre al CLA? E' una vita che non ci si becca neanche in giro. Salutoni Marco :-)

malbanese ha detto...

Non è una sviolinata è la verità...grazie a te per venirmi a leggere e commentare...non sto più al CLA da due anni (fine contratto) ora lavoro in Regione, ma sto anche frequentando un PhD all'Univ. di Macerata...cmq il mio contatto skype è malbanese74...ci sentiamo lì...o su messenger..bye ;-)

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